sabato 20 giugno 2009
Sul "Corsera" ieri (p. 8) Gilberto Corbellini replica a Giovanni Belardelli che, a lui che aveva scritto sul "Sole 24Ore (14/6) che la Riforma spiega perché la ricerca scientifica, che da noi stenta, nei Paesi protestanti va a gonfie vele, diceva questa tesi di moda, ma superficiale. Insiste, Corbellini, e addirittura rafforza: altrove grazie alla Riforma "la laicità delle istituzioni è ben presidiata, e quindi non si registrano gli effetti devastanti osservabili in Italia". Che botto! Domanda: ma quali sono da noi questi "effetti devastanti osservabili" dovuti al solo fatto che non abbiamo avuto "la Riforma"? Attendo risposta da Corbellini, ma allo stato delle cose, e guardando ad un periodo abbastanza lungo, sospetto che lui e Co. giudichino "devastante osservare" che da decenni più e più volte il popolo italiano non condivide le loro simpatie ideali, i loro itinerari di successo e carriera, le loro opinioni in fatto di etica della ricerca scientifica e della sua disciplina giuridica. Prendersela, per tutto questo, con l'assenza della Riforma e quindi con la presenza della Chiesa cattolica è moda diffusa: molto infantile però, e poco scientifica. E a proposito di presenze e assenze, ieri pur con tante pagine sulla cosiddetta "crisi della confessione" sacramentale, nessun giornale pare tener "presente" la differenza tra senso del peccato e sensi di colpa. Quello infatti è all'interno della fede, implica e offre speranza di futuro nuovo e quindi festa rinnovata. Oggi ce n'è poco? Forse sì, e perciò abbondano i sensi di colpa, diffusissimi tra gli uomini detti moderni e sì, davvero "devastanti"!
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