mercoledì 29 agosto 2018
A proposito dell'attività svolta da Dio nei cieli ce n'è una ben descritta in questi termini: «Egli copre il cielo di nubi, prepara la pioggia per la terra» (Sal 147,8). I due verbi usati hanno quasi un sapore casalingo, rimandano a un ambiente domestico. Il primo di essi, kasah, significa, tra l'altro: coprire, vestire, addirittura imbacuccare. Come si vede simili azioni calzano bene a una madre di famiglia che provvede a proteggere il calore corporeo dei suoi figli. Preparato in questo modo il terreno il salmista spende il secondo dei verbi, kwn, che significa: preparare, approvvigionare, rifornire. Questa volta il soggetto ideale è la massaia che raccoglie provviste in dispensa e prepara porzioni per i pasti. Il salmista ha così espresso la premura materna di Dio nei confronti delle sue creature. La pioggia che egli dispensa affinché ogni forma vivente sia abbeverata e prosperi è frutto del pensiero che egli si dà per la vita di quanto egli ha chiamato ad esistere. La conferma che siamo nella linea giusta ad interpretare in questo modo le due azioni presenti nel versetto del salmo che stiamo considerando vengono da quanto segue immediatamente nel poema: «Provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano a lui» (Sal 147,9).
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI