giovedì 1 marzo 2018
Premilcuore è un piccolo paese romagnolo ai confini con la Toscana, in provincia di Forlì-Cesena, con un grande primato: su 800 abitanti ben 112 sono donatori volontari del sangue, appartenenti al Gruppo Fratres della Misericordia, fondata nel 1973. Sono il 14% della popolazione, contro una media del 2% dei donatori a livello nazionale e del 4% a livello europeo (7% in Irlanda). Anche le donazioni vantano numeri record: 180-200 l'anno, con un primato di 220 nel 2017, un numero 7 volte superiore alle 40 donazioni per mille abitanti fissate dall'Organizzazione mondiale della Sanità per coprire il fabbisogno mondiale.
Fra i donatori molti sono giovani, come il presidente Claudio Ricci, 35 anni, sposato, tecnico informatico, donatore dal 2010, che commenta: «Una percentuale così alta si spiega solo col fatto che gli abitanti di questo piccolo paese hanno un cuore grande». Lo stemma del Comune di Premilcuore è un cuore rosso, premuto da una zampa di leone (per indicare l'etimologia del nome). In realtà, storicamente in paese si respira lo spirito di solidarietà e volontariato della vicina Toscana, dove dal medioevo operano le Fraternite di Misericordia.
E tra i fondatori dei Fratres locali ci sono state due colonne: l'allora parroco don Paolo Frassineti e Pietro Leotta, morto da poco, l'anima del volontariato del paese e della parrocchia. Da alcuni anni i donatori devono recarsi per le donazioni a Forlì, distante 40 km. Ma ci pensa la pensionata Adriana Bosi a organizzare il pulmino dei volontari...
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