mercoledì 13 luglio 2005
Il pelo nell'uovo? Va bene, ma con rigore più equanime. Pagine e pagine su quell'"anticristiano" accanto ad "antiumano" nel testo vaticano per la tragedia di Londra. Va bene. Corretto: "barbarico". Si offendono se un cristiano, convinto che Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo che si è identificato con tutti gli uomini, figli di Dio, dice che ogni offesa all'uomo è per lui anche offesa a Cristo, quindi a Dio? Rivà bene! Ieri su "Repubblica" Michele Serra ci mette la sua ironia: se mi ammazza una bomba di al Qaeda nessuno dica che sono un "martire cristiano"! Va ancora bene. Ma forse quando si tratta di altre religioni il rigore scompare. Del resto stessa pagina, serio articolo di Renzo Guolo - "Le reclute dell'odio" - ricorda che purtroppo per i terroristi questa è "guerra per la sovranità di Allah". C'è qualche cristiano non pazzo, per cui la sovranità di Dio si afferma con bombe e terrore, che abbia seguito tra le masse? In qualche pagina laica serve un po' più di rigore e di logica. Esempio: sempre su "Repubblica" di ieri - a parte i pasticci per cui p. 34 "segue da p.37"! - trovi Amin Maalouf (p. 33) che ricorda come l'islam sia capace di "notevole coesistenza con l'altro". Una prova? "Alla fine del secolo scorso Istanbul contava una maggioranza di non musulmani, greci, armeni ed ebrei", e ciò "sarebbe inimmaginabile, alla stessa epoca, per Parigi, Vienna, Londra e Berlino". Vero! Ma con una piccola differenza storica: prima di Maometto, per secoli Istanbul fu Costantinopoli, città cristianissima, e quelle quattro città ricordate non sono mai state islamiche. Il pelo, se si cerca, si trova in ogni uovo"
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