domenica 13 giugno 2010
Talora la foga dei pregiudizi si fa trappola. Così su "Repubblica" (11/6, p. 10) tra minuziosi dettagli contro un discusso personaggio della finanza ricercato dalla polizia tedesca leggi che egli «nel 2002» con «un salvacondotto» fu presente a un evento di Chiesa" che in realtà è del 2005. Se il poco di una data mi dà già tanto in imprecisione, figurarsi il resto dell'articolo! Sul "Foglio" (8/6, p. 1) in tema di crociate per criticare giustamente ciò che è detto «irenismo ecumenico» visto come «distorsione della dottrina della Chiesa», e per rifiutare il giudizio negativo esteso anche al desiderio di testimonianza cristiana e di evangelizzazione di tutti i popoli, trovi un'"Apologia delle crociate" che dimentica ogni aspetto non solo certamente negativo, ma anche discutibile della loro storia. Che dire? Troppo, pur salvando le intenzioni. A parte le parole solenni della richiesta di perdono dell'Anno Santo, Giovanni Paolo II ha parlato in modo critico e penitente sul "ricorso alle armi" già nel 1994 ("Tertio Millennio Adveniente") e nel 1995 proprio sulle Crociate ricordando Santa Caterina da Siena, poi il 4 maggio del 2001 chiedendo perdono per i saccheggi della IV Crociata, e il cardinale Ratzinger su "Trentagiorni" (3/2002) scrisse che «le crociate non erano la via giusta» e da Papa l'8 gennaio 2008 parlò contro «le guerre di religione e ogni altro uso della forza come via per affermare la verità, che può essere raggiunta solo nella libertà», e ribadì la richiesta di perdono. Certe unilateralità segnalano un eccesso di passione più per le proprie presunzioni che per la verità dei fatti, delle persone e anche della fede.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI