giovedì 21 febbraio 2013
«Noi laici, purtroppo, non possiamo avere pregiudizi». Ieri, così la conclusione del dialogo nella vignetta di Staino ("Unità", p. 1) Verità? No davvero. Chi legge questo angolino, da 16 anni e mezzo, ha letto migliaia di volte la dimostrazione dell'opposto: quanti pregiudizi laici... Sia chiaro: ci sono anche credenti, e anche cattolici, che vivono di pregiudizi, ma oggi in pagina cattolica vera, cioè non estremisticamente fondamentalista e magari nostalgica di cose che con la fede nulla hanno a che vedere, mai trovi una così aperta auto-proclamazione, senza eccezioni. Ci sono – certo – i princìpi non negoziabili, ma esistono per tutti, e come tali non possono essere mai liquidati come "pregiudizi", ma giudizi su dati di realtà verificati e argomentati nei secoli, e quindi divenuti qualcosa di base da cui non retrocedere, e nell'approfondimento dei quali procedere nel presente e nel futuro. Un esempio? No! Due. I diritti fondamentali dell'uomo sanciti ufficialmente dalle Nazioni Unite: non si torna indietro! Anche un altro, e forse sorprenderà: i dogmi della fede cattolica e cristiana. Nella visione autentica dei rapporti tra Scrittura, Tradizione e Magistero della Chiesa essi hanno un cammino basato su argomenti provati e ritenuti sufficienti ragionando, pregando, discutendo anche per secoli, e poi arrivando a una formula che non dice fine della ricerca e del cammino in avanti, ma indica una direzione su cui procedere, anche con ragione e dialogo. I dogmi della fede – in realtà davvero pochi – non sono un muro che blocca il cammino della ragione e del cuore, della ricerca e del dialogo, ma una freccia che indica la direzione nella quale procedere, in avanti. Senza pregiudizi, ma con la solida base della rivelazione: una bella base…
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