venerdì 22 novembre 2013
Ieri Furio Colombo ("Il Fatto", p. 10): «Chi vuole Papa Francesco e chi no». Un lettore «non credente» gli ha scritto: «L'altra sera parlando con una mia amica cattolica integralista (focolarina) le ho detto: papa Francesco mi piace, a cominciare dalla pulizia allo Ior e dalla visita a Lampedusa. La risposta…: "Meglio non parlarne". Comincio a pensare che, dentro la Chiesa, papa Francesco non sia molto amato». E Colombo? Pur «esitando a dare risposta» conferma: visitando una chiesa ha visto che «nella sala parrocchiale» c'era ancora il ritratto di Benedetto, non di Francesco. Con riflessione: «la destra religiosa… più forte e combattiva della destra laica (…) si ambientava meglio con Papi tradizionalisti, a loro volta circondati da vescovi e cardinali bene integrati con il potere, ma ora papa Francesco rompe tutti i luoghi comuni del passato (…e) la corazza di isolamento (…) e questo certo rappresenta un rischio sia agli occhi di una certa parte della Chiesa, sia nell'opinione di una certa parte dei "credenti"». Conclusione: «Spero che la stragrande maggioranza stia con Francesco. E non solo i credenti». Che dire? A parte l'epiteto "integralista" affibbiato ai focolarini, davvero squilibrato rispetto alla realtà di mezzo secolo di vita dei "Focolari" – per antica conoscenza diretta penso a Igino Giordani – ma il lettore, e soprattutto uno lucido come Colombo, non vedono il popolo attorno a Francesco? A Rio tre milioni di ragazzi in silenzio e preghiera, a San Pietro due volte a settimana decine, talora centinaia di migliaia lì con lui? Papa non molto amato? Pregiudizi all'ingrosso. Certi facili "luoghi comuni" resistono duri nei cervelli più fini anche di fronte alla realtà più chiara, se è l'opposto di ciò che si vorrebbe.
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