mercoledì 31 marzo 2004
Lo so: «Lupus» non proprio politicamente corretto. Ieri «Repubblica» dava notizia di un accordo sindacale, in una fabbrica del Nord: gli operai islamici potranno fermarsi durante l'orario di lavoro e pregare secondo i loro orari, che mi pare ricorrano cinque volte al giorno. E il tempo delle soste sarà pagato dall'impresa come lavoro normale. Notizia positiva e data positivamente da «Repubblica». Ma viene anche qualche pensiero malandrino. Che successe, anni orsono, quando in alcune scuole degli studenti cattolici chiesero di poter pregare insieme, non durante le lezioni, ma prima o dopo? Ricordo polemiche feroci, su tanti giornali. E che succederebbe, oggi, se per esempio in una fabbrica a ciclo continuo un gruppo di operai chiedesse, alla domenica di avere la messa in orario di lavoro, e pagato dall'azienda? «Repubblica», «Unità», «Libero», «Giornale», «Manifesto», «Liberazione» e «Secolo d'Italia» sarebbero d'accordo, o neutrali? È una curiosità forte, perché è di moda, ampia e bipolare, dire che tutte le religioni hanno pari dignità, ma poi dimenticarsene quando fa comodo. E annoto - sempre Malpelo sono, e debbo essere - che domenica, prima pagina e seguito interno, sull'«Unità» c'era un bel pezzo di Walter Veltroni sul voto agli immigrati con titolo bellissimo: «Il dialogo tra le culture, nostra vocazione». Lì accanto si segnala un grande «Convegno 2004», pubblico e organizzato da un centro studi, stessa casa madre, e quindi stessa «vocazione», su «politica e cultura oggi»: trentadue partecipanti, tutti illustri. Neppure uno noto come «cattolico»...
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