sabato 22 giugno 2019
Solo il giorno di sabato è dedicato dalla televisione a notizie positive o comunque non di carattere negativo e questo ci fa già respirare. Chissà per quale ragione diamo sempre più spazio al male che al bene, quasi questo venisse pagato di meno o letto con poco interesse... Eppure ognuno di noi potrebbe confessare attraverso una notizia di avere bisogno ogni mattina di una ragione ad agire bene, a guardare al vicino con più serenità, ad ascoltare le ragioni dell'altro con maggiore coscienza. In realtà guardiamo con più attenzione alle notizie negative trasmesse dal telegiornale che a quelle che ci riguardano nel nostro cammino come popoli, come nazione, come europei, penso alla fatica che debbono fare alcuni scrittori di «buone notizie» nel cercare, nel scegliere ciò che più interessa ad un pubblico come il nostro tanto distratto e spesso attirato dai fatti negativi. Ad esempio notizie dal Congo, dove le partorienti a Kinshasa vengono accolte in un ospedale-prigione e non ne possono uscire, finché chiaramente non hanno pagato il conto: e cosa sia loro richiesto, il giornale che pubblica la notizia non lo dice. Una piccola cosa per noi che stiamo lontani. In tutti i Paesi del mondo sono nate opere di bene, anche se non spinte dalla fede cristiana come si credeva una volta. Della bontà, dell'altruismo, della forza di vincere per il bene – anche attraverso persecuzioni ancora oggi vive nel mondo – abbiamo notizie attraverso giornali. Noi di fede cristiana, che credevamo nella storia di aver aperto attraverso guerre di religione, occupazione di popoli e vittorie di spade e di cannoni, una grande strada alla cristianità, ci accorgiamo oggi quale sia il nostro piccolo numero a confronto della popolazione mondiale. Dobbiamo allargare le braccia, senza perdere la nostra fede, ed accogliere gli uomini di buona volontà per un cammino comune di pace. È questo abbraccio infinito che papa Francesco porta nel mondo con il suo sorriso di padre e di fratello senza confessare la sua stanchezza e il suo difficile camminare. Egli avanza senza timore e con ciò, quasi senza dirlo, ci offre una strada sulla quale costruire nuove dimore per la carità, la pazienza, la sopportazione e quell'amore per il prossimo che traspare dal suo sorriso e dall'offerta delle sue mani. Ci viene così ricordato come la nostra fede abbia bisogno di essere accudita, come si fa con i bambini, altrimenti la si dimentica dietro un banco della chiesa o davanti alla messa domenicale della televisione. Arriva l'estate con velocità inaspettata e ci trova quasi impreparati. Se non hai una casa dove ripararti dal caldo, se non hai un giardino dove trovare l'aria fresca della sera ci sono sempre i viali ombrosi delle città o le campagne vicine ai piccoli paesi dove trovare conforto. C'è sempre un cielo alla sera che ti dà luce gratis, c'è sempre qualcuno che da lontano prega anche per te, come facevo io da bambina che pregavo le stelle della notte perché facessero luce a chi non trovava la strada.
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