giovedì 8 ottobre 2009
«Bagnasco, la stampa è laica, non anticlericale» ("Europa", 6/10, p. 1)! La stimabile firma cattolica sdrammatizza, ma poi leggi che «in riferimento a certi recenti esempi lampanti" Bagnasco ha ragione». E allora? Allora si esorta: vescovi e Papa siano più buoni, e dicano più sì che no! Forse dipende anche dall'oggetto dei sì e dei no, ma quel titolo è davvero sciagurato, e usa l'aggettivo «laico» in modo truffaldino, pur se ormai dilagante. Dire che lo Stato è «laico», infatti, trova tutti d'accordo. Come dire che la politica deve essere laica e le leggi non le deve fare la Chiesa, ma il laico Parlamento dello Stato laico. «Laico»: ma che vuol dire? Siamo al punto, qui da noi, che uno come De Gasperi venga definito «esemplarmente laico» perché nella sua intera vita per 2 (due!) mesi ha detto «no» alla pretesa vaticana di portare al governo in Campidoglio gli ex fascisti del Msi. Domanda: De Gasperi fu o no «laico» anche quando decise di sbarcare il Pci di Togliatti dal suo governo, e quando guidò la Dc al 18 aprile 1948 contro il «Fronte popolare», o allora solo perché la Santa Sede lo approvava e sosteneva " penso al «Microfono di Dio», padre Riccardo Lombardi " lui e la sua Dc erano «clericali» e «bigotti»? Esaltato per due mesi, dimenticato e sepolto come clericale per tutto il resto! Impazza proprio una strana laicità. Martedì su "Repubblica" (p. 52) Gustavo Zagrebelsky scrive serio che un cattolico può essere buon cittadino solo contraddicendosi. Follia storica e logica, ma la provocazione incanta: la Rassegna della Camera la dà ovviamente martedì, ma a sorpresa anche ieri (pp. 76/77)! Af(fasci)nati?
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