mercoledì 14 gennaio 2015
Il cavallo è parte integrante della mitologia dell'uomo sulla terra. A cavallo l'uomo ridusse lo spazio a mappa geografica e accelerò il tempo, col trotto, col galoppo, nella carica. Impose con scansione di guerra il proprio dominio sulla terra ma tra Venere e Marte sgorgò la poesia, fiorì l'arte. Èpos di un mondo: da piatto quadrilatero a sferico rotondo.Un cavaliere muove nella storia mentre lento traversa geografia; macerie, polvere, rovine, i secoli dei secoli a fargli compagnia. Cavalcare, oggi, è una disciplina umanistica, una postura fisica e mentale. Non è digitare, non è navigare, anche se a volte par di volare. Servono: le piante dei piedi e i talloni, stinchi e polpacci, ginocchia e cosce, il culo, la schiena dritta, le spalle aperte e le braccia, le mani con tutte le dita, lo sguardo allertato in avanti, un cervello in funzione cosciente di quanta e quale potenza fisiologica dispone e capace di gestirla armonicamente. Volendo si può anche cantare, ed è bello se il canto s'innalza a preghiera di lode per tanta bellezza che, sulla terra, continua a stupire.
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