sabato 21 ottobre 2017
«Non ascolto più la televisione, né compro un quotidiano per conoscere le avventure della politica. Non è cosa per la nostra età, altre sono le notizie che ci interessano e quelle indispensabili le vediamo in pochi minuti sul telefonino». È la risposta di uno studente alla mia domanda: «Per chi voterai?». «Non lo so, vedrò al momento». Ed è questa l'impressione che fa ai nostri giovani la continua polemica tra i partiti, tra le divisioni non chiare che si comportano come quei girini che nel liquido dove sono nati e dove prendono vita si muovono, si incontrano, si lasciano secondo un principio noto solo a loro.
Gli uomini della politica non si illudano di essere ascoltati volontariamente dal popolo che le organizzazioni mette loro davanti nelle sale, nelle piccole piazze, nei posti sicuri. L'errore grave di litigi allungati nel tempo, danno orizzonti di vita pubblica facilmente cambiabili a seconda dell'umore o della convenienza di chi ne dovrà utilizzare. La gente di oggi ha bisogno di poche idee chiare e, soprattutto, raggiungibili a non troppa distanza e l'errore più diffuso è che la vita politica sia vissuta come un lavoro qualsiasi invece che un impegno per il bene comune. Si dimentica forse che non si decide di vendere o comperare materiale per quanto importante e necessario, ma si lavora sull'anima della gente. Si fa crescere una gioventù dove i principi di onestà e di altruismo diventano relativi e non assoluti e mentre l'organizzazione dello Stato pretende dai propri cittadini una risposta certa del proprio dovere nei suoi confronti, non sempre aiuta proponendo persone e situazioni oneste. L'esempio è l'unica forza reale che resta ai genitori, alla scuola, ai maestri di vita per dare loro la speranza e la certezza che l'onestà paga, che la verità ha una sua strada che si può seguire, che le vie della pietà verso il prossimo sono una realtà ed una ricchezza da seguire.
E mi viene in mente un piccolo giardino dove il rumore della città non arriva perché le mura lo dividono dalle nostre strade affollate. Ci sono piante di melograni fioriti, cespugli di rose non curate, ciuffi d'erba che nascondono un vecchio orto. Un uomo che passa con il rastrello la poca ghiaia rimasta sul viale che conduce alla sua casa. «Non avere paura, mi dice, vieni qua che ti offro un bicchiere di vino. È mio, della vite che ancora vive là in fondo». Era buono, sapeva d'antico, di casa, d'amore del lavoro. Ti dava la certezza che anche in un giardino messo male la vita continua il suo cammino.
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