mercoledì 27 luglio 2016
«Il canto rende bella la vita, e coloro che cantano rendono bella la vita degli altri», affermava Zoltan Kodaly (1882-1967), uno dei maggiori compositori ungheresi del Novecento. Una considerazione che può valere anche per un carcere, precisamente per Poggioreale, fino a poco tempo considerato l'inferno in terra. Ma tutto cambia, se si vuole. Così la casa circondariale, che sorge al centro di Napoli, si presenta di tanto in tanto alla città in una veste nuova con attività belle e inedite. Ed è proprio il caso del coro di Poggioreale: un gruppo di detenuti ha seguito il corso di canto organizzato dall'Ufficio del Garante dei detenuti della Regione Campania, nella consapevolezza della forza liberatoria del canto. Il gruppo è stato formato da tre giovani e bravi coristi del Coro giovanile del Teatro di San Carlo diretto dal maestro Carlo Morelli. A conclusione del corso i detenuti si sono esibiti in un breve concerto alla presenza delle famiglie riunite nell'Area verde del carcere. Grande emozione e coinvolgimento del pubblico, che ha regalato una standing ovation a Pasquale, uno dei ragazzi del coro con una voce da brivido. Il desiderio dei detenuti di far conoscere alle famiglie il risultato di un lavoro impegnativo si è concretizzato nell'incontro collettivo, una novità per Poggioreale, che risponde anche alla volontà di cambiamento tante volte espressa dal ministro Orlando. «È una ventata di aria nuova – dice Adriana Tocco, Garante regionale dei detenuti –. La società civile si rende conto che il carcere è parte della città». Presto la replica.
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