sabato 26 luglio 2014
«Se vi comportate bene fino a dicembre, prima di Natale venite da me e ve le regalo io le scarpe da ginnastica». Tutto si aspettavano, tranne una ramanzina costruttiva i due giovanissimi marocchini arrestati con l'accusa di tentato furto aggravato di un paio di scarpe e di un carica batterie. Al termine dell'udienza per direttissima al Tribunale di Bergamo, il giudice Donatella Nava, dopo aver convalidato l'arresto dei ragazzini, ha smesso per un attimo i panni del magistrato e ha indossato quelli, se possibile più scomodi, dell'educatore. Così, come siamo abituati a vedere in innumerevoli puntate di "legal drama" staunitensi, ma regalando un finale inconsueto per le nostre aule di giustizia, il giudice ha voluto aggiungere alla condanna non una pena accessoria, ma una promessa personale. Considerando le situazioni di grave disagio familiare dei due, ha prima di tutto ricordato loro che certi atti possono rovinare la vita per sempre e condurre a cose peggiori, dopodiché si è impegnata in una duplice promessa. Se i ladruncoli dimostreranno di aver capito la lezione e si comporteranno bene, lei, dal canto suo, regalerà quel paio di sneakers tanto desiderato. Un po' Fata Madrina e un po' Giudice Amy, il magistrato di Bergamo ha voluto dare un'opportunità a chi si aspettava soltanto una punizione, scegliendo di affidarsi alla fiducia reciproca. Solo il tempo dirà se è stata ben riposta. La sceneggiatura, adesso, è in mano ai protagonisti veri.
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