martedì 26 novembre 2019
Come un “ping pong”, e su tavoli diversi? Proviamo. Ping: ieri in pagina ubiqua – e con ragione – dal Giappone il No del Papa alle armi atomiche, non solo al loro uso, ma anche al possesso. A parte il ricordo di Giovanni XXIII che disse «fuori di ogni ragione» l'uso delle armi atomiche, per analogia il pong viene da due illustri maestri diversissimi. Bertolt Brecht: «Il vero crimine non è rapinare una banca, bensì possederla». E si aggiunge Aristotele citato da Umberto Eco: «Mercanti, e pirati come loro metafora». Molto in ribasso, ma sull'unghia altro Ping. Ieri (“Giornale” p. 1): «Il mondo degli affari mi ha deluso: bocconiana si fa suora di clausura». Pong: tutto qui? Bastasse questo alla portineria dei monasteri di clausura potrebbe esserci la fila, come allo stadio. Altra ping, ma serio e anche tragico. “Corsera”, (19/11 p. 27): «L'appello dell'avvocato della famiglia Orlandi al Papa: Ci faccia accedere alle carte segrete su Emanuela»! Possibile un rispettoso e timido pong: carte segrete? Non risulta che ci siano. E allora la risposta non potrebbe essere diversa! Ancora, ma molto più in basso, ieri su pagine quasi sempre “fake news” in prima ammonizione con il solito bersaglio: «Anche la gioia merita di essere sacra. Chi cancella il vino è un profanatore»! Augh! Ha detto con sdegno! Parte dalle nozze di Cana, ma vista l'aria che tira da quelle parti dovremo presto aspettarci un anatema anche per chi ovunque osi immaginare tortellini di Bologna senza ripieno classico. Sarebbe solo un doppione di tanti altri anatemi senza ragione. Il cattivo gusto imperante è pur sempre conferma di un'ossessione a senso unico: bersaglio non nominato, ma sempre presente. E allora più che tavolo di ping pong certa pagina pare sempre e solo terra fangosa battuta, anzi battutissima, e sempre la stessa da qualsiasi parte si lancino le palline...
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