sabato 29 giugno 2019
Zio Piero, il capofamiglia, e dietro di lui zio Paolo, zia Paola, la giovane Piera, e di nuovo Pietro, il nipotino Paoletto, poi il genero Piero, e avanti così per alcune generazioni quasi non ci fossero altri nomi in famiglia Romani-De Gasperi da ricordare. Succedeva a volte anche davanti al nuovo bambino che doveva nascere: il nome? Quello che vuoi tu. No scegli tu. Ma poi all'ultimo momento dopo aver perduto ore e consultato libri di santi e di eroi, di fronte al nuovo bambino: perché no Pietro? È un bellissimo nome. Oppure: «Mi pare che Paolo sia il nome del nonno che è bene ricordare». Giusto. E così con qualche diminutivo in più Pietro, Paolo e Paola sono stati costretti a celebrare la loro festa nella nostra grande famiglia, nello stesso giorno in età anche molto differenti. Sì, va bene ma Alcide, cosa c'entra? Non avendo trovato un santo di questo nome avevamo deciso di aggiungere al gruppo anche nostro padre, privo come era di un santo protettore. Non tutti in famiglia erano d'accordo, c'era chi preferiva spostare gli auguri al mattino di Pasqua perché più condivisibile in una festa comune. Un giorno accompagna un padre missionario a cercare di filmare per i suoi la via che la tradizione ci offre come l'ultima percorsa dall'apostolo Pietro mentre lasciava Roma, quando sentì la voce del Signore chiedergli: «Quo vadis? Dove vai Pietro?». E così per aiutare quel prete povero, ma pieno di fede, a far comprendere al suo popolo immerso nelle foreste, la realtà della storia di Cristo e dei suoi apostoli, portai sulla mia spalla una macchina da presa vecchia e pesante perché egli potesse nello stesso tempo far vedere e commentare gli ultimi passi di Pietro verso il suo martirio. La via Appia con le sue antiche pietre rendevano difficile il mio cammino, ma la gioia del povero padre che aveva un abito talare di vecchia fattura, era così sincera e piena che mi facevano dimenticare la fatica, il caldo, il peso che dovevo portare. E sembrò anche a me mentre ascoltavo le parole del missionario di vedere lontano la figura dell'apostolo. Ma no, era soltanto un povero che seduto su un'antica tomba romana aveva una mano tesa ai pochi passanti e non guardava neppure cosa gli veniva offerto. E come noi, pensai, che non guardiamo neppure la carità, la bontà, la bellezza di quello che ci circonda, che non riconosciamo l'amore semplice delle cose e delle persone che ci sono vicine. Noi che vediamo solo le cose negative del giorno, che ascoltiamo le voci e guardiamo le pagine dei giornali che danno più spazio ai fatti negativi del mondo, dimenticando di scegliere le righe che raccontano la bontà tra gli uomini, la dolcezza del perdono e la passione di un'offerta comune di vita.
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