Sacerdote gesuita, apostolo tra gli africani in schiavitù
mercoledì 9 settembre 2020
Portatori di speranza accanto a chi è un "fantasma" per il mondo, privato di ogni dignità e lasciato ai margini. È una missione che i cristiani hanno il dovere di coltivare anche sull'esempio di testimoni come san Pietro Claver, che fu apostolo in mezzo ai "fantasmi" del suo tempo: le migliaia di schiavi neri deportati dall'Africa all'America. Nato a Verdù in Catalogna nel 1580, aveva pronunciato i primi voti tra i Gesuiti nel 1604. Studiò filosofia a Palma di Maiorca, partendo poi per la Colombia: venne ordinato prete nel 1616 a Cartagnea. Qui pronunciò il proprio personale voto: essere schiavo degli africani. Tra quei giovani disperati, condannati spesso a una morte precoce, divenne seme di speranza. Per stare con loro imparò anche la lingua dell'Angola. Ammalatosi di peste morì nel 1654. È santo dal 1888; dal 1886 è patrono delle missioni cattoliche tra i neri.
Altri santi. San Ciarano il Giovane, abate (VI sec.); beato Giorgio Douglas, martire (XVI sec.).
Letture. 1Cor 7,25-31; Sal 44; Lc 6,20-26.
Ambrosiano. 1Pt 3,18-22; Sal 83 (84); Lc 17,7-10.
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