Gesuita, apostolo di speranza in mezzo agli schiavi neri
giovedì 9 settembre 2021
Servi dei servi, luci di speranza per coloro che sono stati privati della propria dignità o sono stati lasciati ai margini, costruttori di un mondo in cui non ci sono più padroni e schiavi ma solo fratelli: è questo lo stile cui sono chiamati i cristiani di ogni luogo e di ogni tempo, proprio come fece san Pietro Claver, gesuita spagnolo. Nato a Verdù in Catalogna nel 1580, aveva pronunciato i primi voti tra i Gesuiti nel 1604. Dopo aver studiato filosofia a Palma di Maiorca, partì per la Colombia e venne ordinato sacerdote nel 1616 a Cartagnea. Assistendo con i propri occhi al dramma di migliaia e migliaia di schiavi neri che arrivavano al porto dopo essere stati deportati dalla propria terra, pronunciò il proprio voto personale: essere schiavo degli etiopi (dove per «etiopi» all'epoca si usava per indicare tutti i neri). Per meglio comprendere la loro situazione – che li portava spesso a morte precoce per la fatica e i maltrattamenti – e poterli aiutare imparò anche la lingua dell'Angola. Ammalatosi di peste morì nel 1654. È santo dal 1888; dal 1886 è patrono delle missioni cattoliche tra i neri.
Altri santi. San Ciarano il Giovane, abate (VI sec.); beato Giorgio Douglas, martire (XVI sec.).
Letture. Romano. Col 3,12-17; Sal 150; Lc 6,27-38.
Ambrosiano. 1Gv 2,12-17; Sal 35 (36); Lc 16,16-18.
Bizantino. Gal 4,22-27 Lc 8,16-21.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI