domenica 3 aprile 2005
Dev'essere proprio così: un mese fa, commentando un titolo di Liberazione, «giornale comunista» (5 marzo), che parlava di «Nichi Vendola, il comunista gentile», osservavamo: meno male che ce n'è uno. A giudicare dal fondo del Manifesto del 29 («Doppia agonia»), nel comunismo neppure nella sua versione post mortem c'è posto per la pietà: l'hanno uccisa nel Gulag e non era eutanasia. Ecco con quale linguaggio il Manifesto parla delle sofferenze di Giovanni Paolo II e di Terri Schiavo: «Il sorriso neurovegetativo di Terri... Staccare la spina a Karol Wojtyla... Queste due esibizioni incrociate... Queste due agonie sciorinate sul set... Due umani in necrosi... Dalla cerebrolesa e dal pontefice ci è comunicata una stupefacente sfiducia nei confronti della resurrezione... Questi melodrammi dareal tv... Kolossal di agonie soap...». Il finale è un'accusa «alla Chiesa e all'Impero» di «umorismo nero». Questi comunisti spietati si erano impressionati, leggendo in anticipo il loro fondo, frutto dell'unico umorismo che conoscono: del colore della morte CHI HA FALLITO?Non è molto lontano dal Manifesto il teologo svizzero Hans Küng che, poco prima, aveva scritto per il Corsera (sabato 26) un «documento» contenente una durissima requisitoria contro il Papa «che ha fallito», perché colpevole di tutti i mali veri o inventati della Chiesa. Mai provato a pensare, prof. Küng, che magari chi ha fallito la propria missione potrebbe essere proprio lei? Il suo «documento» sembra esserne una conferma. Il tutto condito da una penosa traduzione dal testo tedesco: «devoti» invece di beati, «canonizzazione» al posto di beatificazione, «funzionari» per sacerdoti della Chiesa ortodossa ... Un «documento» del grado di serietà con cui il Corriere tratta questa materia, anche se, in nome di una formale par condicio e a fronte di Küng, ha pubblicato una bella apologia del Papa di Vittorio Messori.SE L'EMBRIONE È CALVOA volte non sembra possibile che grandi medici, per esempio Umberto Veronesi, adoperino argomenti polemici da comizio: dire, per esempio, che pensando alla legge sulla fecondazione artificiale «vengono in mente i roghi che dal XIV al XVII secolo uccisero donne di cui si diceva che fossero streghe»; o «pensare che l'anima attribuita all'unico embrione iniziale può dividersi in due dando luogo a due anime»; o la vecchia solfa «qualcosa di medievale» (L'Espresso, 7 aprile). Anche i grandi uomini, purtroppo, hanno i loro limiti. Per esempio affermare che questa legge «lede gravemente i diritti della persona» riferendosi agli adulti invece che al concepito; o dire che «in gioco ci sono i diritti delle coppie» senza accorgersi che proprio questo è il punto debole del ragionamento. Le coppie vogliono un «figlio», ma che «figlio» sarebbe se non fosse persona e non avesse anche lui dei diritti? O un figlio è qualcosa che si può trattare, per esempio, come un uovo di gallina, spiarlo per giudicare se è fresco o ingallato, e buttarlo se ha qualche difetto? Professore, lei è calvo, come la mettiamo?
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