venerdì 23 maggio 2008
«Ho soprav-valutato quelle piazze piene»: così ieri mesto Walter Veltroni ("Repubblica", p. 14) sulla campagna elettorale. Lo leggo mentre ho sotto gli occhi, sempre "Repubblica", la p. 38 di martedì, con due titoli della "rubrica" Lettere: "Quel pellegrinaggio a S. Anna di Stazzema", e "Un sacrario laico ai caduti per lo Stato". Si fa riferimento, tutto in positivo e con giusto accoramento, ad altre piazze e ai loro eroi, oggetto di "pellegrinaggi" degnissimi. "Piazze", "pellegrinaggi", "sacrari"" E mi vengono in mente due pensieri. Il primo è che alla sopravvalutazione di «quelle piazze piene» si è aggiunta " e qui ogni giorno da anni ci sono le prove " la sottovalutazione di altre piazze piene anch'esse, per esempio la piazza San Giovanni del "Family Day", piazza San Pietro cento e cento volte e spesso la piazza della Basilica e del Convento di San Giovanni Rotondo. Già: quante volte, su "Repubblica", di quelle piazze si è fatto sventatamente l'avversario politico e culturale prefissato, e sulle centinaia di migliaia di pellegrini si è rovesciata la doccia gelida del sarcasmo, del disprezzo in nome della "modernità" e della "ragione" confiscate ad uso privato e di parte? Le conseguenze forse talora vengono da sole, anche se non volute, perché la legge di causa ed effetto " anche se nell'epoca dei "Lumi" David Hume l'ha messa in questione e alla berlina " vale anche per certe cose di piazze e pellegrinaggi. Chi vuole avere ragione, anzi "la ragione", da solo, va a finire che si trova ragionevolmente in scarsa compagnia. Fa bene a ripensare alle piazze. Ma a tutte"
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