sabato 1 aprile 2017
Pesce d'aprile: l'ottimo dove non l'aspetti. Ieri Sergio Berardinelli (“Foglio”, pp. II e III intere: «Manifesto per la sopravvivenza della democrazia»): «Per evitare di cadere vittime di nuovi fanatismi è necessario che lo spirito moderno si riconcili con le condizioni greche ed ebraico cristiane che l'hanno reso possibile». Sostanza nei sommarietti: «Non sarà con il relativismo ostile alla verità che verremo a capo dei problemi» della nostra epoca... «Senza fiducia in una verità che in ultimo ci si rivela, nemmeno i nostri grandi valori politici avrebbero consistenza... Una religione che sappia mantenere viva l'istanza della verità può costituire un pungolo prezioso per la nostra cultura... Lo scontro tra illuminismo e religione avvantaggia secolaristi e clericali: entrambi sostengono l'antitesi tra modernità e religione... La società secolare potrà impedire che la politica si faccia religione e che la dialettica politica si riduca a un gioco di opinioni». Ci penso e lo trovo perfetto, dando ovviamente per scontato che «la società religiosa» dovrà curare che la religione non si faccia parte politica, e che le differenze religiose non portino a scontri tra pretese totalizzanti. Pienamente d'accordo, con inatteso supplemento positivo su “L'Espresso” (26/3, pp. 83-87: «Sofia nel paese dei sapienti»). Stefano Vastano intervista il filosofo norvegese Jostein Gaarder, per il quale oggi la filosofia può e deve interessare e ispirare la gioventù e, tra altri bei pensieri, quando Vastano gli ricorda che tanta filosofia, in particolare con Marx è stata ostile alla religione risponde tranquillo: «Non sono d'accordo con Marx: tante filosofia è stata sviluppata in Occidente da credenti, ad esempio da Tommaso d'Aquino. Lo stesso Kant era un grande credente». E conclude richiamando Gesù, «guida etica anche per la mia vita». Bella sorpresa!
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