giovedì 5 marzo 2020
«Perline», innocenti o meno. Ieri “L'Osservatore Romano” (p. 1) annuncia «Una settimana celebrativa nel quinto anniversario della Laudato si'». Ovvio che la notizia vada sui giornali, meno ovvio che sul “Messaggero” (p. 8) si legga che «la settimana mondiale della Laudato si' si svolgerà dal 16 al 17 maggio». Una settimana di due giorni! Altro? Su “Libero” sempre ieri (p. 16), leggi che «La Commissione Teologica Internazionale» avrebbe stabilito una norma nuova: «Niente matrimoni per chi non ha abbastanza fede»! Sorprende il virgolettato, e quell'«abbastanza» fa sorridere come un dosaggio di farmaci: “quanto basta a...”. In realtà l'articolo richiama e mette insieme tanti problemi reali, tra i quali quello della comunione ai divorziati risposati e dintorni vari: in sostanza, dimostrandosi, come sempre, ostile alla “conversione” richiesta da papa Francesco secondo Vangelo e Concilio a tutte le realtà della Chiesa, compresa quella “del Papato” (Eg 32). Ultima perla, un ricordo suggerito dalla “Stampa” (pp. 1 e 10) di ieri: «Fede in Dio e famiglia. Così Putin riscrive la Costituzione». L'annuncio: «Schiaffo all'ateismo dell'Unione Sovietica comunista. La riforma salda il legame con il patriarca di Mosca Kirill». Leggo e ricordo che nel 1977 a Mosca si tenne un primo congresso di tutte le religioni del mondo: tentativo del regime ateo dell'era Breznev, che in quella occasione (7/6/1977) agli articoli 51 e 52 della “nuova” Costituzione concedeva libertà di culto nelle chiese, ma con divieto totale di “propaganda” religiosa. Fu un primo passo, piccolo e già allora tardivo. Ora leggo che questa «riforma salda il legame con il patriarca di Mosca Kirill». Nel 1977 proprio lui era portavoce del Patriarcato, e quello stesso giorno dopo un mio intervento a difesa della libertà religiosa reale, ancora lontana, volle ringraziarmi furtivamente. Cambia il mondo, e cambiano anche le perline da incolonnare, anche in pagina nuova.
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