Perle di spiritualità e armonia dalla tradizione dei Paesi baltici
domenica 17 ottobre 2010
È ormai diventata una delle principali missioni culturali di Gidon Kremer: portare finalmente allo scoperto il ricco e vitale patrimonio musicale contemporaneo proveniente dall'Europa dell'Est e, in particolare, dalle regioni che si affacciano sul Mar Baltico. Proprio con l'intento di far conoscere tale repertorio, nel 1997 il celebre violinista lettone ha fondato l'orchestra da camera Kremerata Baltica, composta da giovani interpreti (con un'età media intorno ai 26 anni) originari di Lettonia, Estonia e Lituania; una formazione che, in poco più di un decennio, ha già avuto modo di esibirsi presso festival prestigiosi e le maggiori sale da concerto del mondo, divenendo anche committente e dedicataria di svariate partiture ad opera di autori di primo piano nel panorama internazionale. Il maestro-ambasciatore e la sua orchestra hanno ultimamente realizzato un doppio, distinto progetto discografico incentrato su nuove musiche scolpite nella roccia della tradizione di popoli che stanno faticosamente cercando un nuovo baricentro spirituale e che nell'arte hanno trovato il più appropriato tra i mezzi di espressione. È targato ECM (e distribuito da Ducale) l'album Hymns and Prayers, all'interno del quale, al fianco dello splendido Quartetto per pianoforte e archi di César Franck, troviamo gli Eight Hymns scritti in memoria del regista russo Andrei Tarkovsky da Stevan Kovacs Tickmayer (poliedrico musicista ungro-serbo nato nel 1963 a Novi Sad) e il brano Silent Prayer, la "preghiera silenziosa" che il georgiano Giya Kancheli (classe 1935) ha scritto per i suoi grandi amici Gidon Kremer e Mstislav Rostropovich in occasione rispettivamente del loro 60° e 80° compleanno. Interamente dedicato al lettone Georgs Pelecis (nato a Riga nel 1947), il disco Revelation (pubblicato dall'etichetta Megadisc Classics e distribuito da Codaex) deve invece il suo titolo all'omonimo lavoro per contralto, tromba, pianoforte e orchestra d'archi, in cui moderne istanze creative si sposano con idiomi stilistici rivestiti di antiche fogge, per una musica che, nelle parole dello stesso compositore, «rappresenta il barlume di un ideale ed esprime il dramma psicologico dell'animo umano quando si confronta con un aspirazioni apparentemente inaccessibili».
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