domenica 18 maggio 2014
Il 2045 sarà l'anno in cui - pagando, s'intende - potremo «diventare immortali». Lo annuncia Panorama (il numero in edicola), che descrive anche come si farà. Non è difficile, lo spiega con molta sicumera il neuroscienziato olandese Randal Koene a San Francisco (Usa): basta «mappare tutto il cervello umano» e trasferire in un computer «l'enorme capacità di calcolo della mente umana» con un apposito software (l'insieme di informazioni memorizzate su un supporto informatico). Purtroppo certi scienziati (ma sarà meglio chiamarli «tecnici») sono a volte ingenui o miopi o superbi (o, in ultima analisi, ignoranti): come se il cervello umano fosse soltanto un insieme di cellule e di collegamenti, insomma una specie di computer oppure un organo sostituibile come il fegato. Anche ammesso (e non concesso) che sia la sede fisica e anatomica dell'«io pensante», uno "scienziato" dovrebbe sapere che, staccato dal suo "io" umano, un cervello perderebbe ogni attività e capacità. L'uomo, egregio professor Koene, non è una macchina smontabile fatta di mattoncini sostituibili, come il Lego. La mente, patrimonio esclusivo dell'uomo, non è il cervello, ma è ciò che lo fa funzionare. Insomma l'uomo ha una particolarità che spesso sfugge ai "sapienti", ma che i "piccoli" conoscono: assomiglia a Dio. A Koene, che non lo sa, si è affiancato, per sostenere i costi delle ricerche, il magnate russo Dmitry Itskov, padrone di un impero mediatico. Senza la vera sapienza, neanche i soldi fanno miracoli e la scienza è poco più di nulla.INSEGNARE O EDUCARE?Una deputata di Sel ha proposto alla Camera una legge «per l'introduzione dell'educazione sentimentale nelle scuole» e la motiva sull'Unità, intendendo «educazione all'affettività». Si tratta di cosa assai diversa (direi più umana) da quell'«educazione sessuale» che piace ai cosiddetti "laici" di sinistra. Tuttavia le «educazioni» sono compiti esclusivi dei genitori e non della scuola. Nella Costituzione è scritto (art. 30) che «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli» (si noti il "crescendo" morale di questi verbi) mentre negli articoli 33 e 34, che trattano della scuola, si parla non di «educazione» ma solo di «insegnamento» e di «istruzione».INDOVINA INDOVINELLOLa Repubblica dedica due delle sue pagine culturali all'«esercito degli indovini». Un'inchiesta interessante e un grosso affare: «Un italiano su cinque consulta maghi, medium, e cartomanti» e, siccome «l'insicurezza aumenta, chiede di amore e di soldi, di rivali e di salute». Insomma, «il futuro è un business in crescita e gl'indovini si sono aggiornati»: forniscono «risposte veloci sul web o al cellulare. A pagamento», è ovvio. E chi alimenta il mercato dove pescano gli indovini? Non c'è da indovinare: con gli oroscopi settimanali lo coltivano, tra gli altri, anche i supplementi femminili di Repubblica e del Corriere della sera ("D" e "Io Donna"). LE PECORE DI FRANCESCOA Marcello Veneziani va riconosciuta una sufficiente dose di saggezza e moderazione, meno questa volta, però. Su Il Giornale (giovedì 15), a proposito della battuta «giocosa» del Papa sul battesimo ai «Marziani», detta per sottolineare il dovere ecclesiale dell'accoglienza, ha così commentato: «Se un Papa si limita ad accogliere, si è dimesso da Santo Padre e lavora alla reception». Errore: Francesco non si è dimesso, fa già il Papa, che lavora anche alla reception delle pecore un po' sbandate come Veneziani.
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