sabato 14 maggio 2022
Valerie e Lesya hanno deciso poco dopo l'inizio dell'invasione. Entrambi alle armi, in divisa, a marzo si sono sposati al fronte. Lei era pettinata alla meglio, e le fedi erano di latta. Ma come sorride nelle foto la giovane sposa che, d'improvviso, ha scelto: è per sempre.
A un mese dall'invasione russa in Ucraina c'erano stati ben 22 mila matrimoni. Ragazzi al fronte e civili con i carri armati a trenta chilometri da casa. Prima, come a molti nostri ragazzi in Italia, la vita davanti sembrava infinita. Ma quando il tempo si fa breve, chi ama si butta: e promette davanti a un prete o a un sindaco, forse il primo che nella fretta e nel caos trova, che ci si vorrà bene. Oltre la guerra, oltre la morte. Come Valeria e Andy, della Brigata Azov, sposi sotto la Azovstal il 5 maggio. Lui, è stato ucciso tre giorni dopo. Ma almeno per tre giorni, davanti al mondo e a Dio, sposi per sempre.
Nastya e Anton, medici, ad aprile si sono sposati nel metrò di Kiev, per sfuggire ai bombardamenti. Lei ha recuperato chissà dove un velo da sposa - quel velo candido, struggente, nel metrò affollato di profughi. Il celebrante ha esortato i due ad avere presto bambini, perché dalla tragedia della guerra bisogna rinascere. Sono le parole che i nostri sacerdoti dicevano agli sposi, nel '46. Lo dissero anche ai miei. Come se dopo ogni bagno di sangue la vita, fedele e prepotente, rialzasse sempre la testa
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