sabato 2 febbraio 2013
Africa. Nostro terreno di guerra. I Paesi d'Europa che dopo centinaia di anni di conflitti hanno raggiunto finalmente la pace, vanno a cercare la guerra nel continente africano, là dove la povertà e la fame vivono sopra i giacimenti d'oro, di pietre preziose, di uranio, platino, argento, petrolio. I bianchi inviano armi e istruttori per quelle guerre che finiscono con centinaia di morti di pelle nera, che alla fine avranno ottenuto solo una tregua per stanchezza, per una povertà più tragica. Il piccolo Pierre che vive a Goma ha trovato rifugio presso un istituto di preti che gli insegnano a leggere e scrivere. Egli ha già pagato per la sua vita: in una di quelle stragi tra guerriglieri tradizionali, ribelli e forze governative, così difficili per noi da comprendere e seguire, quando aveva quattro anni rifugiato in una chiesa vide uomini con il machete fare strage di tutti mentre udiva le grida di chi veniva ucciso. Nascosto sotto il corpo della sua mamma senti quel sangue che gli aveva dato la vita scorrergli una volta ancora sulla schiena e restò fermo e zitto come sua madre gli aveva detto. Poi qualcuno lo salvò. Non aveva più nessuno che pensasse a lui finché altri uomini armati lo portarono nella foresta, gli consegnarono le armi, gli insegnarono a uccidere e fece parte di quell'esercito di bambini armati che i guerriglieri vendono per pochi soldi quando, troppo stanchi ormai non sono più utili per le loro battaglie. Un volontario italiano ne comprò nove, e grande fu il suo pianto quando dovette scegliere tra quei bambini: tu sì, tu sì, tu no... Non aveva più denaro per gli altri. Questa è Goma, città del Congo dove la violenza governa ancora la vita come in altri Paesi africani dove uomini, armati dai popoli bianchi, si uccidono senza sapere perché e donne e bambini ogni giorno sono esposti alla morte. Come è breve ancora la storia della civiltà del mondo. Queste realtà ci fanno pensare che la strada che ci porterà a conoscere la pace è ancora lunga e penosa. Piena di fatica, di studio, di lavoro sulle anime, sul pensiero sarà ancora la vita dell'umanità. E questo scoprire che siamo ancora così indietro in questo cammino, così poveri ci da l'ansia di non arrivare mai se non saremo illuminati da quella luce interiore che da volontà e forza alla speranza.
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