domenica 14 dicembre 2008
Non piace al mondo "laico" il
messaggio del Papa per la
Giornata per la pace, perché
tocca il tasto del sesso.
Naturalmente non in se stesso, bensì
nel suo abuso e nelle sue tragiche
conseguenze. Guerra compresa,
checché ne dica lo storico Adriano
Prosperi (Repubblica, venerdì 12), il
quale lo giudica vecchio e ripetitivo.
Sarebbe tale, forse, se si limitasse a
citare le cose dette dal Concilio e
dalla Pacem in terris, come vorrebbe
Prosperi, il quale ironizza che, per il
Papa, «il problema urgente da
affrontare è uno solo: quello del
sesso», come se fosse la peste del
secolo (ma per certi aspetti lo è).
Citando a senso
Benedetto XVI,
Prosperi scrive:
se, come ormai è dimostrato, «non è
l'aumento della popolazione a
creare la carenza di risorse [...] non
c'è bisogno di ricorrere alla
contraccezione e all'aborto. I nemici
da combattere sono quelle agenzie
del mondo globalizzato che
condizionano gli aiuti economici
alla "attuazione di politiche
contrarie alla vita"». Non è forse
vero? No, lui non se ne accorge e
dileggia il Papa con una trovatina di
Umberto Saba: è come se, in mezzo
a una battaglia, suonasse una
vecchia spinetta. «I poveri del
mondo " conclude " mutano di
quantità e di qualità, ma restano
quelli di sempre nel discorso
atemporale di questa Chiesa; così
pure i flagelli dell'umanità». E invece
l'astorico è Prosperi, che non scrive
niente di nuovo e sembra fermo al
XVI secolo, di cui è specialista,
incapace di avvertire la tragedia e il
disastro morale del genocidio di 40 o
50 milioni di bambini abortiti ogni
anno nel mondo. Offre solo vecchie
ricette di minestre riscaldate contro
la novità inattuata di un cambio
radicale e globalizzato di mentalità
nell'uso del denaro come della
sessualità e dei rapporti tra persone
e fra Stati.
I VERI DISCRIMINATI
Nel mondo i veri discriminati sono il
miliardo di poveri e affamati, ma
mercoledì 10, anniversario della
Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo, l'Unità, che un tempo si
occupava di proletari, di classe
operaia, di diritti dei lavoratori, ha
dedicato tutta la sua (per fortuna
piccola) prima pagina alla foto
(tratta da un programma Rai) di due
cow boy, il cui bacio era stato
censurato. L'altra settimana era stata
Liberazione, «giornale comunista»,
che aveva dato la prima pagina al
trans Luxuria. Anche perché il 10 le
vere notizie erano altre: per
esempio, i cinque operai morti sul
lavoro in un solo giorno (l'Unità,
pag. 17), il probabile processo all'ex
comandante generale della Finanza
(pag. 16), la carne irlandese alla
diossina, il Governatore Usa che
vende il seggio senatoriale già di
Obama... Povera Unità e povera
sinistra se i loro ideali sono oggi la
libertà di omobacio, di aborto, di
gender, di provetta, di morte
eccetera. Prima conseguenza: le
molte sinistre rimaste fuori del
Parlamento. Seconda: «Prostitute: la
lotta di classe ora la facciamo noi»
(da Liberazione, il giorno successivo:
L'ECLISSE DEL SOLE
Il Sole 24 Ore pubblica (domenica 7)
un articolo sui Patti Lateranensi, in
cui è scritto: «Se si versa l'8 per mille
alla Chiesa cattolica invece che,
poniamo, a quella valdese, lo si versa
a uno Stato». In redazione, dove
pure di soldi se ne dovrebbero
intendere, ci deve essere stata
un'eclissi di sole cosicché non
hanno visto che l'8 per mille va alla
Chiesa italiana, non allo Stato Città
del Vaticano.
N
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: