mercoledì 4 settembre 2019
Settembre è il mese dei raccolti più preziosi: l'uva, le nocciole, la frutta, i peperoni. E tutti hanno il segno meno in quantità (e già la Francia denuncia un calo d'uva del 12%). Però la qualità sembra eccellere, nonostante il maggio problematico che ha ritardato i raccolti. A Carmagnola in questi giorni si celebra la 70^ Fiera dedicata al peperone, che qui producono in quattro varietà. Ma grazie al sindaco, Ivana Gaveglio, la Fiera è diventata anche un momento di riflessione dove, fra spettacoli e cene in piazza, c'è spazio per parlarsi, proprio dei temi di attualità. Hanno affidato al sottoscritto la raccolta di una serie di "confessioni" pubbliche di imprenditori e amministratori di nuova nomina per scoprire che non tutto va come si dice. Silvio Magliano, 39 anni, è un neo consigliere regionale, eletto nelle liste dei Moderati, che stanno all'opposizione del governo regionale in quota al centrodestra. E se qualcuno si aspettava invettive contro l'avversario è rimasto deluso, visto che lui ha impostato il suo lavoro per ascoltare 500 persone su appuntamento in un anno. Perché questo lavoro? «Senza non puoi sapere cosa rappresenti. Bisogna andare nei centri di accoglienza, dove arrivano persone in giacca e cravatta che chiedono un pasto caldo, per capire la profondità di una crisi». Ma anche Alberto Cirio, 46 anni, neo governatore del Piemonte, la pensa allo stesso modo, avendo iniziato la carriera da consigliere comunale ad Alba, dove non si perdeva l'inaugurazione di un negozio. «Se non rispondi all'invito di chi fa la cosa più importante della sua vita, perdi l'occasione di un contatto con la gente». All'uno e all'altro ho chiesto quale ministero vorrebbero occupare se venissero chiamati. E se il primo ha detto le Politiche sociali, il secondo sarebbe ben felice di occuparsi di turismo, un ministero che non c'è, benché questo settore rappresenti una voce importante. Anomalie di un Paese che ha bisogno di capire quali siano i propri punti di forza. Entrambi sono contro l'abolizione della preferenza, che di fatto ha mortificato la politica del consenso, per consegnarla alle segreterie dei partiti. Avrebbero preferito andare al voto subito, ma sono anche convinti che il voto di protesta tradotto in un'assunzione di responsabilità è sempre meglio che restare fuori. È la democrazia. Oscar Farinetti, l'inventore di Eataly, è curioso di vedere come andrà, come lo era un anno fa: gialloverde e giallorosso hanno i colori del peperone in fondo. «Ho smesso di parlare male e guardo in positivo – dice – mi piace giudicare sulle cose fatte». Da qui l'appello che ne deriva dai primi giorni di Carmagnola: abbiamo bisogno di parlarci, anche nelle piazze, per scoprire quale sia il bene comune. Anche perché il partito di maggioranza, oggi, è ancora quello di chi non va a votare.
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