giovedì 12 luglio 2018
Lupus "forse" difficile. Qui l'altro ieri su Baruch Spinoza e la sua visione di Dio come "natura" del tutto… Affascinante! La filosofia ha toccato la religiosità sollevandosi in alto verso l'irraggiungibile infinito: l'Assoluto, «Motore immobile», «Causa incausata», «Pensiero di pensiero». Grandi visioni e ricerche senza fine di una realtà pensata, ma mai posseduta e vissuta, tentativo di sollevarsi in alto, ma invano, verso un cielo immaginato. E allora oltre le filosofie abbiamo avuto anche le religioni, inventate dal bisogno umano, con miti e riti immaginati di volta in volta risolutori, ma ancora invano! I cieli rimangono lontani, e muti... Dobbiamo arrenderci alla ricerca senza esito? Dobbiamo inventarci per forza e senza fine una religione che serva al nostro bisogno di sapere e di essere padroni del nostro destino? Una risposta: nella storia i cieli si sono aperti, una Parola è risuonata nel nostro vuoto: non è più necessario ascendere, come cerca di fare ogni religione inventata da noi, ma occorre aprire la nostra vita al dono di una realtà la cui "proprietà" ci si è offerta nell'abbassarsi: rivelazione, incarnazione, redenzione… È la differenza essenziale tra le nostre invenzioni, anche dipinte di religione, e l'iniziativa di Dio rivelato e donato nella sua Parola che si ascolta, e che poi si incarna. È la rivelazione ebraico-cristiana, ove in ultima analisi la fede non serve a niente dal punto di vista commercialmente umano, ma dà senso ultimo a tutto. Si inizia con una serie di chiamate, "Ascolta Israele", e si cammina in compagnia di fratelli figli dello stesso Padre. La lezione è che Dio è Amore, da sempre, e la proprietà dell'Amore – come intuì a modo suo Teresa di Lisieux – è nell'abbassarsi. Accoglierlo è tutto, nella sua parola e nei suoi figli, e così la fede diventa carità, e si estende con la speranza fino oltre ogni morte... E questo senza "forse"!
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