sabato 14 novembre 2020
Ieri (“Corsera” 12/11, p. 17) Massimo Franco – «Due Americhe anche in chiesa: la cautela sul presidente cattolico» – annuncia «Soddisfazione nella cerchia papale, ma le gerarchie conservatrici erano vicine a Trump». Si può verificare ogni giorno che negli Usa certi settori conservatori erano e sono “lontani” dal Papa, ma nel caso, vista l'attenzione all'argomento, sorprende che anche sul primo giornale italiano ci sia solo un accenno all'interno agli auguri telefonici di papa Francesco a Joe Biden. Nei fatti la notizia, oltre che qui, era in prima pagina solo su “Manifesto” e “Messaggero”: ovviamente per ragioni diverse, di contenuto da una parte, di “romanità” dall'altra. Comprensibili, in sostanza, pensieri e fatti. Sempre ieri invece (“La Verità”, pp. 1 e 13) incomprensibile titolaccio per Marcello Veneziani, intellettuale e firma doc, quasi gridato: «Società spaccata da Bergoglio a Mattarella arbitri di parte e l'odio dilaga». Dunque, un raffinato corsivista vede “due spaccatori di società”. Il Papa e il Presidente della Repubblica sarebbero due propagatori dell'odio che dilaga nella “società” e anche in pagina. Sarebbe interessante venire a sapere in quali parole e in quali documenti l'intellettuale abbia potuto constatare che il Papa, addirittura in tandem col presidente della Repubblica, si faccia seminatore d'odio... E verso chi? La risposta di Veneziani lascia di stucco: nientemeno che «verso chi si riconosce nella Cristianità di sempre e in Dio Padre Onnipotente...» Testuale! Dunque “Cristianità di sempre” e (addirittura) Dio Padre Onnipotente sarebbero estranei alla parola e alla testimonianza del Successore di Pietro. Per quanto riguarda il presidente Mattarella, laico cattolico di limpida fede, Veneziani si ferma all'accusa. Magari alla sentenza riserverà un articolo apposito. Per ora si constata ancora una volta che a qualcuno fa comodo non accogliere quella santa esortazione che ci dichiara «Fratelli tutti».
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