sabato 15 novembre 2008
Letture. Ieri "Unità", prima pagina, foto di Eluana e grande scritta: «Libera». Di che? Da che? E di chi? Già: "Riformista" (p. 1), «Eluana se ne andrà. Ma che faremo per quelli che restano?»; "Italia oggi" (p. 5), «Ora in Italia sono 2.500 i malati a rischio»; "La Stampa" (p. 2), «Una madre: "farò lo stesso con mio figlio Paolo, affetto da Sla"»; stessa "Stampa" (p. 3), «Beppino Englaro: "ringrazio le suore Misericordine per le cure che hanno riservato in tutto questo tempo a mia figlia, ma ora è arrivato il momento di lasciarla in pace"». Loro, le suore, dicono «lasciatela in pace a noi», e la risposta è: grazie per il passato, ma ora togliete il disturbo. "Corsera" (pp. 2/3): Presto il trasferimento a Udine, «stanza a pagamento», e con fretta: «Ora non resterò un minuto di più in questo inferno». Poi ci sono i proclami. Giuliano Pisapia ("Il Giornale"): «Per me quella di Eluana non è vita». Sottovoce: qualcuno disse che ebrei e neri non avevano piena dignità di vita umana, e il Vazzoler oggi dice che chi non è nato e chi è nato ma non è sano, non è persona umana" Si può? Su "Repubblica" (p. 1) dal saggio supremo leggi che «Eluana è morta 16 fa»! Manca "anni", e forse anche qualcos'altro. Fa eco "La Stampa" (p. 5): «il padre Beppino ha già visto morire la figlia 16 anni fa». Però "Liberazione" annuncia il vero liberatutti: «Eluana, ora puoi morire in pace»! E " ci mancava " purtroppo leggi anche chi pare ragionare diversamente, ma sceglie lo stesso bersaglio: «Forse le chiese cristiane un giorno insegneranno che Eluana non è una persona» ("Il Foglio", p 1). Anche la confusione fa pensare.
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