giovedì 19 agosto 2004
La felicità suprema del pensatore è sondare il sondabile e venerare in pace l'insondabile. È stato uno dei maggiori poeti di tutti i tempi, Goethe, soprattutto per il suo Faust. Egli ci ha lasciato, però, anche varie Massime e riflessioni, una delle quali costituisce l'oggetto della nostra meditazione. Chiare sono le due vie che il grande scrittore traccia. La prima è quella razionale: col nostro pensiero possiamo "sondare il sondabile". E', questa, un'avventura esaltante che non coinvolge solo il cervello ma
anche l'agire sulla materia, l'intervenire nei vari fenomeni, creare opere d'arte e così via. Illuminante, come sempre, è un altro grande della storia della cultura, il filosofo Pascal, che nei suoi Pensieri osservava: «L'uomo è visibilmente fatto per pensare; è tutta la sua dignità e tutto il suo mestiere. Ma tutto il suo dovere è pensare come si deve». Ecco, proprio il "pensare bene, come si deve" fa riconoscere la seconda via. Di fronte al mistero, all'"insondabile", l'uomo deve arrestarsi e "venerare". Questa adorazione, che è fede, non è un semplice chiudere gli occhi ma lasciarsi condurre da una mano verso orizzonti che travalicano i nostri pensieri e i nostri schemi. Comprendere e credere non sono, quindi, due vie alternative o in opposizione ma due percorsi di diversa natura che svelano verità, che ci introducono in prospettive differenti di lettura della realtà, che ci mostrano le vere possibilità dell'uomo: pensare e venerare, come esperienze non antitetiche ma in armonia tra loro.
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