sabato 22 aprile 2017
Ieri il vento freddo aveva piegato i miei gerani che avevano da pochi giorni offerto la chioma al sole. Rossi e rosa credevano di vivere la loro primavera, mentre noi avevamo dovuto indossare di nuovo la giacca pesante dell'inverno. Ma questa città richiama l'aria tiepida dal mare che vive a distanza di pochi chilometri. E così questa mattina le vie e le piazze erano piene di gente che veniva da ogni parte del mondo a guardare cosa abbiamo ereditato noi che non ci accorgiamo quasi più che la nostra vita, per modesta che sia, può godere di una ricchezza che nessun altro Paese possiede. Ho un appuntamento in una di quella vecchie strade del centro che fanno corona ai monumenti più antichi. Strade strette, quasi soffocate dai negozi e dalle bancarelle sulle quali trovi esposta qualunque cosa la tua fantasia desideri acquistare. Chiasso, rumore, richiami dai ristoranti, offerte di oggetti, quasi un mercato senza fine che vive attorno ai monumenti dell'antica città senza disturbarne la composta bellezza, come a ricordare che Roma non è mai sparita, ma vive ancora nei nostri giorni. Penso sia questo che attirava questa mattina tanti turisti a fermarsi, a parlare, cantare, sedersi attorno alla piazza che corona il Pantheon. Dedicato a tutti gli dei, come indica il suo nome, fu costruito da Agrippa nel 27 a.C. ma bruciò nell'80 una prima volta e una seconda sotto l'impero di Traiano. La costruzione che vediamo oggi è quella interamente rifatta da Adriano. I turisti si fermano qualche minuto davanti alle immense colonne monolitiche di granito rosa e grigio che sostengono il portico e anch'io non posso che restare lì a pensare a questi nostri avi così pieni di immaginazione e di desiderio e di grandezza ed infine di speranza in un'eternità da loro stessi creata come luogo felice degli dei. Il grande tempio era dedicato a tutti quelli allora conosciuti, ma in modo particolare a Marte e Venere. L'interno come un grande anello era ricoperto da una cupola che oggi ancora si vede in tutta la sua bellezza, anche se l'intero edificio ha perduto le splendide decorazioni di bronzo, i marmi policromi e tanti ornamenti. Ha saputo tuttavia conservare la sua esterna armonia e il fascino del tempo e della storia. Diventato nel 609 chiesa cristiana, il Pantheon ha cambiato in parte la sistemazione dell'interno dove troviamo sepolture di artisti famosi. I ragazzi entrano, guardano, poi escono perché oggi sulla grande piazza è loro il tempo.
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