domenica 31 ottobre 2004
"L'Italia delle comunità cattoliche"raccontata dal vaticanista di Repubblica come avrebbe fatto un viaggiatore settecentesco alla scoperta di un mondo esotico". Così "Il Venerdì" (29/10, p. 142) presenta "Il ritorno di Dio, viaggio tra i cattolici d'Italia" di Marco Politi. Interessante: "i cattolici" come specie - per non dire razza - esotica, magari anche un po' selvaggia, e il coraggioso esploratore laico che si spinge fino nelle loro lontane regioni, autentico pioniere del progresso nella zoologia umana. Viene in mente - senza malizia, per carità - "La scoperta dell'America" di Cesare Pascarella e la domanda rivolta ai "selvaggi", nudi, ingenui e arretrati: "Chi séte?" Con una nuova risposta, però: "E chi ho da èsse? So' un cattolico!" "Recensione" con pregiudizio ideologico, tipico di certi "laici" che si sentono l'ombelico del mondo, forse solo perché da un po' è di moda mostrarlo, sopra le braghe basse. E ciò nel giorno - vedi coincidenza! - in cui un candidato etichettato come "cattolico", quindi di razza "esotica", deve rinunciare ad un mandato europeo perché non ha fatto il furbo - come tanti che privilegiano le convenienze sulle convinzioni - e interrogato da chi in malafede non cercava altro che metterlo in trappola, non solo ha risposto, ma lo ha fatto in piena sincerità e buonafede. I "cattolici", si sa, sono buoni solo se utili! Ecco perché sempre "il vaticanista" di "Repubblica"(29/10, p. 7) vede il Papa che in Udienza sfiora con la mano Romano Prodi e legge in quella "carezza" "lo strappo di Wojtyla": il Papa per lui si schiera, smentendo i soliti cardinaloni. Pregiudizio e furbizia si sono sposati: fecondazione naturale.
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