mercoledì 20 luglio 2005
"Ma più lui s'ammazzava pe' scoprilla/E più quell'antri je la ricopriven"! È Cesare Pascarella, nella sua "Scoperta de l'America", sugli sforzi di Cristoforo Colombo contraddetti dai suoi interlocutori in vista dell'impresa del 1492. Mi viene in mente dopo aver letto sabato su "Europa" un pezzo ampio e ragionato di Chiara Geloni sul Consiglio nazionale della Quercia - "Ulivo, riformismo e Berlinguer" - in cui Mimmo Lucà, leader dei cristiano sociali", dopo l'infelice esperienza dei referendum, raccomanda ai Ds un nuovo dialogo con il mondo cattolico e conclude: "Dobbiamo evitare di essere percepiti come un partito ostile ai cattolici. Occorre riaprire un'interlocuzione credibile con la Chiesa" Non ci riusciremo senza restituire un fondamento etico al nostro riformismo"". Ottimo! Ma lunedì ecco come "l'Unità" accoglie l'invito: prima pagina - e ampio seguito a p. 17 - Giordano Montecchi esalta "le trasgressioni" di Vasco Rossi infilando leggero e spontaneo una serie di ironie ostili sulle "retoriche ideologiche, confessionali, fideistiche" di Papa, Chiesa e mondo cattolico. Insomma, se Benedetto XVI fosse intelligente capirebbe che Vasco "meriterebbe le sue censure ben più di Harry Potter", ma non capisce e lo risparmia. Il resto è in stile, con doppia appendice: a p. 22 anche Beppe Sebaste - "Come se Dio ci fosse" - se la prende a modo suo con il Papa e a p. 23 Andrea Di Consoli va giù leggero: "Anche Dio sbaglia. Meglio riderci su". Esempi di nuova "interlocuzione credibile" con Chiesa e mondo cattolico? Forse non ci siamo. Cristoforo Colombo, al confronto, fu più fortunato di Mimmo Lucà.
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