venerdì 10 dicembre 2010
Rapporto tra mondo cattolico e politica: confronti e scontri. Rosy Bindi, certamente cattolica e presidente del Pd ("Unità" di ieri, p. 6), afferma convinta " è il titolo dell'intervista " che «Il Pd non può abdicare al suo ruolo storico». Anche in questo campo? Guardi la storia e vai, se non sbaglio, a Pd, Ds, Pds, Pci: nomi e traversie ideologicamente e socialmente diversi, con momenti duri proprio nei confronti di Chiesa e cattolici. Inutile rivangare il passato? Forse no. Pensando proprio all'oggi, mi capita di leggere queste parole: «Anche nel nostro partito esistono, e credo per la maggioranza degli iscritti, i cittadini cattolici, e noi siamo assertori e difensori della libertà della loro coscienza religiosa. Noi difendiamo questa libertà come partito democratico, moderno, progressivo ("). Non lasciamo ad altri l'esclusività di questa funzione». Domanda: «Chi l'ha detto?» Risposta: solennemente Palmiro Togliatti alla Costituente, il 25 marzo 1947 ("Atti"", p. 2461). Dove ho messo la parentesi egli aggiungeva: "se volete, comunista". Non discuto qui se allora fossero parole sincere, poi anche confermate e precisate da Enrico Berlinguer nella sua "Lettera al vescovo Bettazzi" (1977), ma in contrasto con una lunga storia internazionale finita solo nel 1989. Mi interrogo: ma questo "ruolo" di difesa della libertà di coscienza di tutti i cittadini, in particolare di quelli più impegnativamente
«cattolici», può oggi essere del Pd di Rosy Bindi, Pierluigi Bersani & Co, e «non lasciato ad altri in esclusiva»? E so che la risposta purtroppo non è agli atti del Parlamento.
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