Parrocchie integrate: se ne parli, magari ripensando come chiamarle
mercoledì 29 novembre 2017
Pochi temi dell'attualità ecclesiale risultano così urgenti nella pratica concreta della vita cristiana come quello dell'accorpamento delle parrocchie che tante diocesi italiane vanno da tempo realizzando. Eppure questo argomento appare tra i più lontani dai luoghi digitali in cui i fedeli si ritrovano a cercare notizie sulla Chiesa e a scambiarsi le relative opinioni. Detto in termini più semplici: tanti, prima o poi, vivono nel loro territorio questa "condivisione dei pastori" ma, tranne quando e dove il processo si mette in atto, oppure nelle nicchie di alcune riviste più attente o delle cattedre e nei saggi di teologia pastorale, poco se ne parla, forse perché è più facile limitarsi a rimpiangere "quando le chiese erano piene" e additare i presunti responsabili. Bene ha fatto dunque "Vatican Insider" a dedicare alla questione due servizi ( tinyurl.com/y7sz9noq ), uno dei quali, in cui si dà la parola al professor Garelli ( tinyurl.com/y7mukaxe ) è stato diffuso anche tramite la carta de La Stampa.
Condivido l'ottimismo di Garelli: «Di sicuro è una novità che interpella la fede, perché la rende meno comoda», tuttavia «la possibilità del confronto tra realtà diverse vicine territorialmente, fino a poco tempo prima separate da steccati campanilistici, può essere stimolante per tutti», dice fra l'altro. Ma quel che più mi rallegra dei due articoli è che non vi appare più in primo piano la definizione di "unità pastorali". Essa è certamente servita ai ricercatori - che se ne occupano da almeno 25 anni - per sintetizzare la direzione verso la quale suggerivano ai vescovi di procedere, ma è stata ed è troppo "fredda" e dunque poco servibile per accompagnare i fedeli e ancor più i parroci in un viaggio che vivono spesso con preoccupazione. Come ha scritto l'arcivescovo di Bologna Zuppi nella sua prima lettera pastorale ( tinyurl.com/y7vebcaz ): «Dobbiamo pensare a zone pastorali, nelle quali una chiesa collegiata o pieve o altro nome, coordini più parrocchie e realtà ecclesiali, senza perdere, anche nella denominazione, il senso della comunione e della maternità della Chiesa».
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