giovedì 10 febbraio 2005
CCaspita: una luce! Ieri, prima pagina della "Stampa", citazione di Romano Prodi: "Non c'è alcun dubbio che io sia contrario al matrimonio fra gay". Anche il titolo è del tutto inequivocabile: "Prodi: sono contrario al matrimonio fra gay". Il testo, con seguito a p. 9, spiega che una cosa è la non discriminazione nel campo dei diritti civili, altro è confondere la realtà del matrimonio con cose che non lo sono. Ottimo! Leggi e ricordi che al recente Congresso i Ds hanno approvato all'unanimità orientamenti su coppie di fatto, etero e omo, che vogliono dire proprio questo, e le parole di Prodi ti paiono "buon segno" di chiarezza ideale e anche politica. Scopri allora che sempre ieri "L'Unità-buon segno" nasconde la cosa: due righette in fondo a un lungo pezzo" Troppo impegnati da quelle parti, sfiorando il ridicolo, a insistere - quasi una pagina - sul "Vaticano (che) si divide" a proposito delle "dimissioni papali". "Repubblica", invece, che pure rimesta con evidenti diritti d'autore quest'ultima trovata - noblesse oblige - non può far finta di niente e riporta la prosa prodiana a piena p. 21, con commenti agrodolci. Tra essi spicca quello dell'ex ministra Bellillo, nota come nostalgica del comunismo ed esperta di pugni: racconta che se fosse dipeso da lei già nel 2000 il matrimonio sarebbe stato anche gay, ma i soliti cattolici "integralisti" si opposero. Perciò dice di "preferire Zapatero". Vada in Spagna, se crede. Intanto registri questo parere autorevole di Romano Prodi, che magari avrà anche il merito - sostiene Malpelo - di far capire a Marco Pannella che non tutto è possibile, e che qualche pretesa è eccessiva, sull'uno e sull'altro "fronte". Anche questa è chiarezza.
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