sabato 21 marzo 2015
Poggia su tanti simboli la fama secolare di Parigi, la Ville lumière nel cui cielo, ogni notte, plana in modo rotatorio un raggio di luce che sfiora le cupole bianche del Sacro Cuore per poi perdersi in un'indefinita lontananza. Generato in cima alla Tour Eiffel, il raggio è stato spesso interpretato, anche in sede Onu, come un simbolo della diffusione dei diritti umani nel mondo. E da qualche ora, quei fotoni giungono idealmente fino ad Asia Bibi, in cella in Pakistan da 2.099 giorni in attesa del giudizio finale della Corte Suprema. Il Consiglio municipale ha votato all'unanimità la proposta del sindaco, la socialista Anne Hidalgo, di conferire la cittadinanza parigina onoraria alla mamma cristiana che si batte per affermare la sua innocenza dall'accusa di blasfemia che potrebbe portarla davanti al boia. Il sindaco ha spiegato: «Essere cittadino onorario significa incarnare i valori di Parigi, i valori di libertà e tolleranza. Con questo gesto forte, desidero testimoniare la solidarietà di Parigi verso le numerose donne nel mondo, di ogni confessione, vittime dell'oscurantismo religioso e dell'estremismo politico». Sulla facciata della Mairie centrale, il Municipio non lontano dalla Cattedrale di Notre Dame, parigini e turisti possono osservare il volto della donna su un grande ritratto. Sarà lasciato lì fino al momento della liberazione auspicata, quando l'intera famiglia di Asia Bibi, se lo desidera, potrà stabilirsi nella capitale francese. Si tratta solo di un simbolo, certo. Ma certi simboli, se lanciati al momento buono, giungono talvolta più lontano di ogni raggio di luce.
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