sabato 3 aprile 2010
Paradossi. Ieri su tante prime pagine il Papa è "il nemico". "Il Manifesto" riesuma l'ironia di Stalin, "Le divisioni del Papa", e per "Il Fatto" "Il Papa presenta il conto". È successo che di Giovedì Santo il successore di Pietro, parlando del comando divino «Tu non ucciderai!» ha ripetuto con forza al mondo intero il principio già enunciato da Pietro 2.000 anni fa: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (Atti 5, 29). Strano? No, chi lo pensa è in ritardo. Più paradosso ancora però è "Repubblica" che ostenta schizofrenia con due facce opposte. La prima simile a quelle viste sopra, e nel titolaccio di apertura la rievocazione scavalca Stalin: "Aborto, l'asse Chiesa-Lega". Una volta Roma-Berlino-Tokio, ma oggi c'è l'Umberto, consacrato dal titolo di p. 37, "Il Dio del Carroccio", per insultare il Papa. Era la prima faccia. La seconda " il 2 aprile " ricordava i 5 anni dalla morte di Karol Wojtyla annunciando già in prima "L'eredità di Giovanni Paolo II", poi sviluppata alle pp. 38-40. Parole tante, qualcuna anche «santa»: La Rocca intervista il fido cardinale Dziwisz, Navarro racconta un episodio toccante e Zizola in proprio si mostra nostalgico della «profezia» di quel Papa, non sempre " forse mai, da quelle colonne " riconosciuta da vivo. Leggi, torni alla prima faccia e ti viene una domanda: possono a "Repubblica", e magari può Zizola, ricordare un solo punto in cui quel Papa, trattandosi del quinto comando, «tu non ucciderai», si sia discostato dal rievocare e presentare a tutti senza riserve quel richiamo di Pietro sull'obbedienza a Dio piuttosto che agli uomini?
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