venerdì 21 maggio 2004
Stranezze. "Perché Bin Laden è figlio nostro". Sandro Viola ieri su "Repubblica" racconta il libro "Occidentalism" partendo da un parallelo: le sete colorate esportate in Polinesia a metà ottocento dai francesi, riprese nei quadri di Gauguin diventano "tipico esempio di esotismo tropicale". Tesi del libro:
l'odio della libertà e l'esaltazione della morte al punto da produrre il terrorismo suicida sono roba nostra, tutta europea, tutta ebraico-cristiana, esportata nell'Islam, che di suo è luce, vita, tolleranza, ma impara dall'Occidente oscurità, odio e morte. Perciò "Bin Laden figlio nostro"! E la Fallaci è rovesciata. Ma tu rileggi il Corano e ci trovi davvero morte per gli infedeli, chiusura e intolleranza in nome di Allàh. La storia poi sta lì: la fiorentissima cristianità africana, quella di tanti Papi e giganti come S. Agostino e S. Cirillo, fu sradicata dall'Islàm nascente, e fu letteralmente il deserto, per secoli. Fu vita, luce, dialogo e tolleranza, quella? La dimostrazione eccessiva si rovescia nel suo contrario. Singolare che poi alla fine dell'articolo Viola, di suo, bacchetti "i due secoli di autodenigrazione" dell'Occidente, che ne ha "ricavato il progressivo assottigliarsi della fiducia in se stesso". Ma dire che "Bin Laden è figlio nostro" non è autodenigrazione? Altra stranezza: stessa pagina, si racconta il "veto" del Vaticano a Benedetto Croce come primo presidente della Repubblica, perché "di tradizione liberale anticattolica". Toccò a "Enrico de Nicola, amico di Croce, anche lui napoletano ed esponente della tradizione liberale". E allora che senso aveva quel veto? Qualcosa non fila.
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