mercoledì 20 novembre 2013
Paure! «Se la Chiesa diventa una democrazia». Lunedì a tutta p. 15 sul "Giornale" l'ipotesi a proposito del Papa e con tre "strilli" in prima pagina, proprio sopra e accanto a un annuncio azzardato: «Caro Napolitano, missione fallita»! Due argomenti… Qui interessa il primo: nel caso a due voci. A favore di papa Francesco Maurizio Caverzan: lo difende elencandone le novità di linguaggio fino alla medicina della "Misericordina", distribuita domenica scorsa, e aggiunge – sorriso accluso – che «gli specialisti inorridiranno, i teologi si stracceranno le vesti», ma questo è un Papa vero, un Papa popolare: attira «nuovi fedeli» e porta «il ritorno di quelli che si erano allontanati». Malpelo è d'accordo, ma con una domanda: che razza di «teologi» frequenta, Caverzan? Papa promosso, dunque? Sì, però – stessa pagina – Magdi Cristiano Allam si oppone fin dal titolo: «Ma il cattolicesimo non può essere solo un'opinione». Colpa del titolista dilettante? No. È proprio lui, tutto scandalizzato: «Bergoglio su alcuni temi pare relativista». E quel «pare» è subito neutralizzato con l'accusa: «Però il magistero della fede è una verità». Ohibò! Per Allam «Potrebbe il Papa, quale vicario di Gesù Cristo… essere non più monarca assoluto della Chiesa dogmatica, ma il presidente di un Vaticano democratizzato?». La domanda – aggiunge – è stata posta da «Foreign Policy» dopo «la decisione del Papa di consultarsi direttamente con i fedeli…». Che dire? La domanda, posta dalla rivista e da Allam, resta per lo meno sballata. Quando Gesù ha chiesto agli apostoli: «E voi, chi dite che io sia?», era «relativista» e tentato dalla «democrazia»? Facciamola breve: Caverzan mandi Allam a ripetizione da qualche buon «teologo» che conosce: perciò tra quelli che non si sono «stracciati le vesti».
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