sabato 16 gennaio 2010
Valanga " ieri più di 100 articoli " sul Papa al Tempio maggiore della comunità ebraica, a Roma la più antica realtà religiosa, più di quella cristiana. Per esempio sul "Corsera" «Incomprensioni e speranze» (pp. 1 e 50) e 4 pagine intere; su "Repubblica" pp. 1 e 12/13. Un evento, e ci si divide persino tra ebrei: «Lite tra rabbini». Tutto ruota attorno a un problema e a due evidenze, però dimenticate da tutti. Il problema è l'operato di Pio XII di fronte alla tragedia della Shoah. Scrivono che è «discusso da sempre»? Falso, e prima evidenza: per quasi 20 anni (1945-1963) nessuno pose il problema e ormai a risolverlo sarà solo la pubblicazione di tutti i documenti. E la seconda evidenza è anch'essa storia. Il 19 dicembre scorso a Benedetto XVI la Congregazione per le Cause dei santi ha presentato i decreti per la beatificazione di Pio XII e di Giovanni Paolo II, e per il primo è stata ed è bufera. Eppure l'iniziativa di beatificare Pio XII, l'8 novembre 1965, negli ultimi giorni del Concilio, fu di Paolo VI che mise insieme a Papa Pacelli anche Giovanni XXIII. E la cosa è stata portata avanti negli anni anche dall'«amico degli ebrei», Giovanni Paolo II, il quale, poiché i documenti c'erano tutti, ha beatificato Giovanni XXIII, mettendolo insieme a Pio IX, un Papa ancor più discusso di Pio XII per l'atteggiamento verso gli ebrei, e dichiarando testualmente che proclamare un beato o santo non è giustificazione di ogni suo comportamento storico. E allora? Allora pensi che coloro i quali oggi, col pretesto di Pio XII beato, contestano Benedetto XVI e la sua visita al Tempio, in realtà ce l'hanno con Paolo VI e Giovanni Paolo II!
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