martedì 25 febbraio 2020
Azzardi: illustri o meschini. "L'Espresso" in edicola (23/2 "Frontiere dell'uomo. Idee") annuncia «L'umanesimo digitale»: 10 pagine precedute da questa sintesi: «il Vaticano oggi non è più ai tempi di Galileo. E dà un segnale alle altre religioni: cercando di coinvolgere anche l'Islam nel dialogo sui temi tecnologici». Tema impegnativo, ma quell'esordio che informa il lettore sul presente e sul passato del Vaticano ha perlomeno due difetti.
Il primo è la pretesa di rivelazione – come se finora non se ne fosse accorto nessuno – il secondo è che "il Vaticano" ai tempi di Galileo era solo un colle nei pressi del Gianicolo. C'era lo Stato pontificio che non è più come allora, e che oggi può dirsi Vaticano, ma la Chiesa è anche molto altro. Questo l'azzardo illustre. A quello meschino, e un po' umiliante provvede "Il Corriere di Firenze" (22/2, p. 12) con «La mia ipotesi su Gesù», ove Chiara Dino presenta un libro della "scrittrice belga" Amelie Nothomb che ci fa sapere: «Questo il libro della mia vita: Cristo è il mio eroe quando avevo due anni».
"Ipotesi"? L'imitazione di ben altra "Ipotesi su Gesù", per la storia di Vittorio Messori, è testualmente questa: «Per me lui è qualunque essere umano che decida un giorno di essere Gesù e scelga di essere presente per gli altri. Il contrario di Giuda. Libero arbitrio. Sarebbe stato meglio se avesse scelto il suo destino e ci avesse lasciato una vera buona novella, mi rammarico che non lo abbia fatto»!
Dunque la scrittrice belga è rammaricata: nel Vangelo e nella vita di Gesù non c'è la «buona novella» che lei si sarebbe aspettata! Che dire? Ciascuno può ipotizzare ciò che vuole, anche a costo di sfiorare (e non solo) il ridicolo. Tutt'al più si tratterà di un infortunio personale. Fare da cornice e coro però potrebbe anche essere un infortunio professionale...
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