giovedì 30 maggio 2019
Luci e ombre. “Corsera” (28/5, p. 1): «Mi sovviene l'immagine di un filosofo materialista di appena 21 anni, profondamente convinto che tutto fosse nulla». Si parla di Leopardi e del suo “L'infinito” nel 200esimo della composizione, e ieri qui (p. 18) magistrali anche Zaccuri e Fulvi. Torno al “Corsera”: quei due attributi, «filosofo e materialista», soprattutto il secondo, sono un azzardo per il vero Leopardi. Qui (25/8/2018) ho citato una sua bellissima preghiera alla Madonna: «È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo, siamo tanto infelici. È vero che questa vita e questi mali sono brevi e nulli, ma noi pure siam piccoli e ci riescono lunghissimi e insopportabili. Tu, che sei grande e sicura, abbi pietà di tante miserie!». Non era un comizio elettorale. Le parole vanno pesate, ma non pare sia sempre così, anche senza consapevolezza. C'è ben altro infatti se in rete (28/5) dissentendo da atti e parole di Francesco e di almeno due suoi predecessori, per provare che «la preghiera cristiana è diversa» da quella di altre religioni – cosa del resto vera – qualcuno sostiene che «i fedeli dell'islam non sono figli adottivi di Dio per mezzo della grazia di Cristo, ma solo suoi sudditi» (sic!). Che dire? La pretesa, pur firmata da un illustre uomo di Chiesa e cardinale, pare in proprio mettere limiti e condizioni alla paternità del Creatore: lecito pensare che ci sia qualche ombra. C'è di sicuro anche – stessa data e stessi paraggi con pretese cattolicissime – se a firma Agostino Nobile leggi questo rimprovero a papa Francesco: «... è arrivato a dire: “Chi non accoglie gli emigranti non è cristiano e non sarà accolto nel regno dei cieli”». Per la verità pare che questo lo abbia prima detto un Altro, e il suo Vicario non può certo dimenticarlo, mentre altri non solo lo dimenticano, anche pubblicamente, ma lo fanno rivendicando per sé ortodossia e devozioni. Che ombre!
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