giovedì 4 maggio 2017
C'era una volta un gioco - "Ercolino sempre in piedi" - nel quale i pupazzetti colpiti dai giocatori cadevano, sì, ma poi si rialzavano da soli come per magia. Talora ci penso leggendo i giornali. Per esempio sabato 29 su "Libero" (p. 1) elogio sincero per papa Francesco in Egitto: «Ha parlato anche di identità senza cui il dialogo è finzione… Tutto molto forte… Resta e non si può cancellare questo gesto di prendersi il rischio di partire, posare la presenza fisica… che si consegna inerme, in nome di Cristo, ad una speranza contro ogni speranza».
Bel riconoscimento, su quelle pagine: pupazzetto abbattuto! Ma si rialza subito. Il giorno dopo stesso argomento, e stessa firma, lancio a p. 1 e seguito a p. 13: «Francesco non si tiene più: "Meglio atei che falsi credenti"»! La parola scandalo testuale è questa affermazione: «Per Dio è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita». Meraviglia? Strana l'incomprensione in un bravo collega che conosce da sempre i canoni della fede ebraico-cristiana, dai profeti biblici come Isaia contro le false cerimonie cultuali e i falsi sacrifici rituali quando le mani sono sporche di ingiustizia vissuta e praticata, e fino al giudizio finale (Mt. 25) dove quel «meglio» è definitivamente chiarito.
A quelli che gli dicono di conoscerlo bene, e si vantano di frequentare i suoi riti sacrificali nel suo tempio, ma non lo hanno riconosciuto nel prossimo, il Giudice preferisce quelli che non lo hanno conosciuto, ma lo hanno ri-conosciuto negli affamati, malati, carcerati, stranieri emigrati…Qualcuno «non si tiene più»? Dietro questo lamento pare ci sia come una coscienza fallita: credevi di tenere in tasca il lasciapassare esclusivo per la salvezza temporale ed eterna, e invece scopri che il "giudizio" del "Padrone della messe" è diverso, addirittura opposto: da sempre!
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