sabato 31 marzo 2012
Titolo ("La Stampa", 25/3, Cultura a p. 31, sigla A. Mal.): «Un professore di Cambridge: fu la Sindone a far dire ai discepoli "Gesù è vivo"». Testuale: «Non fu la visione di Cristo a convincere gli apostoli della sua resurrezione, ma quella del Sacro Lino». Infatti fu lo «sconvolgente impatto con la Sindone»: testuale. Un po' enigmatico, ma in qualche modo non nuovo, sulla base di una nota lettura del Vangelo di Giovanni (20,1-10) che scrive di aver "visto" nel Sepolcro il lenzuolo e le fasce «nella stessa posizione» (èis èna tòpon) in cui erano prima, ma svuotati del corpo di Cristo, e perciò racconta che «vide e credette». Dunque niente di proprio nuovo. Ma allora perché «sconvolgente»? Perché prima l'autore ha scritto che «non fu la visione» a convincerli: nessun incontro, nessuna parola! Ciò per dire – con l'autorità del «vescovo di Durham» nel 1984: perbacco! – che «la resurrezione è un fatto simbolico», confermando il tutto con «Lettera ai Corinzi», per la quale «la rinascita non riguarda il sangue e la carne»! Che dire? Tante cose, oltre ricordare che lo stesso Vangelo subito dopo racconta che Maria di Magdala «vede» Gesù e gli parla, che in tanti altri passi gli apostoli hanno visto Gesù risorto, lo hanno toccato, hanno mangiato con lui e, guarda caso, che proprio san Paolo e proprio ai Corinzi dice che «se Cristo non è risorto siamo i più miserabili di tutti gli uomini». Con buona pace di A. Mal. e del «professore di Cambridge». Giri il foglio, arrivi a p. 33 e un po' a proposito trovi «La finestra sul niente». Ecco il titolo: «Quant'è cupo avere per nemici solo imbecilli». Non c'entra niente? Certo, ma senza offesa: la tentazione è proprio forte…
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