sabato 16 maggio 2015
Pagine: leggi e comprendi per bene. Due esempi: 1. “Il Fatto” (11/5, p. 13) due titoli in memoria del “Don”: «Due anni senza Gallo, ma la sua luce resiste», «Andrea siamo noi e resterà sempre». Incipit di Ferruccio Sansa: «La Liturgia delle Ore, con la copertina consumata che ti pare di vederci il segno delle dita è lì, sulla scrivania». Sì: «resiste la luce» di un «prete» che è stato sempre «in uscita» (a volte con giudizi sbrigativi, e ad “Avvenire” se ne sa qualcosa), più o meno compreso da confratelli e superiori, che però mai l'hanno escluso e bloccato. Quella «luce» in un cristiano e in un prete vero viene da Colui che ha detto «Io sono la Luce» e nel titolo di Vasco Rossi quel «resterà sempre» è lampo di eternità. Letta così pagina bella e benvenuta. 2. “Corsera” (10/5, p. 6) Massimo Franco intervista monsignor Victor Manuel Fernandez, «52 anni, rettore dell'Università cattolica di Buenos Aires», con titolo a due facce: «I fedeli sono con Francesco» e «La Curia? Non è essenziale». Beh! La prima è verità di ogni giorno, ma la seconda sulla «Curia» pare sintesi sbrigativa e ingiusta. La realtà, da sempre molto più complessa, offre verifiche opposte. Da una parte nel famoso «conosco lo stile della Curia di Roma» di Boezio, che Fra' Paolo Sarpi intese come «conosco il pugnale della Curia di Roma», dall'altra nelle parole di Paolo VI (21/9/1963): «È… questo rapporto essenziale (sic! ndr) della Curia Romana con l'esercizio dell'attività apostolica del Papa la giustificazione, anzi la gloria della Curia stessa, risultando dal rapporto medesimo la sua necessità, la sua utilità, la sua dignità e la sua autorità; infatti è la Curia Romana lo strumento di cui il Papa ha bisogno, e di cui il Papa si serve per svolgere il proprio divino mandato»… Finito? No: se Francesco (22/12/14) ha riflettuto sulla Curia elencandone ben 15 “malattie” pericolose, essa è davvero «non essenziale»?
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