sabato 14 aprile 2012
Lupus personale… Ieri sul "Corsera" (p. 49) ampio articolo su "L'Osservatore Romano" di oggi, «diverso da tutti gli altri». Parere sommesso: checché ne dicano i tanti che nella Santa Sede di oggi vedono solo retromarce e oscurantismi questo "Osservatore" offre letture che in passato sarebbero parse impensabili. Per esempio ricordo, pochi mesi orsono, una pagina dedicata alla grata memoria di don Mazzolari, padre Turoldo, La Pira e don Milani. Aspetto personale… Inizio anni 70: il mio primo scritto per un giornale fu su "L'Osservatore" e già di genere apologetico "malpelesco" – "Un po' di logica per certi filosofi" – contro la tesi per cui la fede come tale è solo superstizione e illogicità. Altro? Ieri ("La Stampa", p. 19) il collega Tornielli ricorda che dopo la morte di Paolo VI l'allora cardinale Ratzinger espose in un'intervista i motivi per i quali pensava difficile l'elezione di un Papa non italiano. Infatti fu eletto Giovanni Paolo I, ma poi gli eventi superarono quei motivi. Ricordo personale: proprio alla vigilia di quel primo Conclave, il 24 agosto 1978, chiesi al cardinale Michele Pellegrino il suo pensiero sull'elezione, e la risposta tranquilla fu questa: «Se non eleggiamo un italiano, Papa sarà Wojtyla». Altra sorpresa. Ieri tutti i giornali insistono (anche pesantemente, e presto, come ha scritto Avvenire, si capirà quanto a sproposito) sulla notizia che un vescovo sarebbe coinvolto in affari di dubbia pulizia, ma sul "Fatto" (p. 5) leggo in proposito una difesa secca a firma Lidia Ravera, di solito velenosa con tutto ciò che sa di Chiesa. In realtà il vero difeso è un politico, Nichi Vendola. Sarà per questo che Ravera stavolta ha resistito alla tentazione di battere il solito tasto? Probabile, ma è già qualcosa…
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