martedì 4 agosto 2009
Pagine e letture «stupefacenti», tra pregiudizio, incompetenza e falsificazione. Strillano in tanti, che paiono scoprire adesso che la Chiesa cattolica considera l'aborto soppressione di vita innocente, e quindi moralmente peccato. Eppure il rifiuto cristiano dell'aborto risale ai tempi della Lettera a Diogneto, fine primo secolo: 1900 anni fa! Sul tema sabato "L'Unità" (p. 3) deride con vignetta/menzogna il sacramento della penitenza, e allora trovi strano che a p. 13 Tobia Zevi ricordi «l'importanza del dialogo tra le fedi». Stesso giorno sul "Manifesto" " p. 3: "Il Vaticano alza la voce perché lo Stato è debole" " uno storico di professione si fa trascinare a una serie di affermazioni ridicole, tra cui quella per cui «il Vaticano ha aspettato un po' prima di ritirare la scomunica», che non aveva mai dato, a una bimba brasiliana, un bizzarro parallelo del tema aborto con quello dei lefebvriani, e persino l'ipotesi, di fantasia tutta «laica», di un risolutore «pellegrinaggio al Santuario di Padre Pio» per il premier «pentito». Eppure la stessa intervista iniziava con lo storico che diceva «non c'è nulla di nuovo»! E allora? Allora resta il fatto che al "Manifesto", col titolo tra virgolette e l'assenso dello storico patentato, pensano che altrove, per esempio negli Usa, «il Vaticano (non) alza la voce» in difesa della vita nascente perché «lo Stato (non) è debole». Solo chi ignora i fatti e/o non legge i giornali, può prendere sul serio questi falsi di storia e di cronaca. Ma in Italia è consueto: ignoranza, pressappochismo e carrierismo furbo sono ogni giorno in pagina.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI